10 giugno 2020

La Via delle Gallie è un’associazione, obiettivo: rilanciare il turismo di prossimità in Lomellina

di Davide Maniaci

LOMELLO – La Via delle Gallie in Lomellina diventa un’associazione vera e propria e ha anche una sede operativa, una stanza del castello Crivelli di Lomello (nella foto). Si è concluso in questi giorni l’iter burocratico che, da “comitato promotore”, trasforma tutto in associazione di volontariato, con sede legale a Pavia e quella temporanea operativa presso il maniero lomellese, grazie alla concessione del sindaco Silvia Ruggia. Ora l’ex percorso degli antichi Romani che collegava l’Emilia alla Francia può ripartire, dopo i mesi di stallo, proponendosi come punto per il turismo estivo di prossimità, quello “slow”, a ritmi bassi (a cavallo, bicicletta o a piedi) a pochi minuti d’auto dalle città di residenza. I 18 chilometri rimessi a nuovo sono quelli che vanno da Dorno a Lomello. L’obiettivo a lungo termine è quello di recuperare tutto il tragitto provinciale, da Pavia fino al Sesia. Ma le campagne di tesseramento e gli sporadici contributi degli enti locali in quel caso non basterebbero più: per le spese future sarà necessario cercare finanziamenti mirati rivolgendosi ad enti pubblici preposti o ad istituzioni private. L’idea di far rivivere il tratto lomellino della “Via delle Gallie” è nata dall’idea di tre amici dornesi di dare lustro ed impulso al territorio riportando alla luce l’arteria stradale che da Pavia portava alle province d’Oltralpe. Coinvolgendo altre persone interessate al progetto, residenti in sette Comuni (inizialmente Dorno, Scaldasole, Valeggio, Ferrera, Ottobiano, Lomello. Poi Gropello) dislocati sul percorso, nel 2018 è nato il primo comitato. La memoria della Via delle Gallie è stata tramandata anche oralmente di generazione in generazione. Per non perderla definitivamente l’associazione intende recuperare il grande patrimonio culturale della zona, che si è sviluppato anche dopo il dominio romano. Il presidente è Battista Cucchi, dornese, assessore fino a un anno fa. “Grazie alla consulenza scientifica del professor Pier Luigi Tozzi dell’Università di Pavia – spiega Cucchi – al momento è stato ricostruito il tratto della via compreso tra Dorno e Lomello, ripristinando il rilevato stradale nei punti in cui era stato inglobato in campi coltivati, disboscando e pulendo la sede stradale nei tratti coperti dalla vegetazione. Oltre ai lavori di ripristino summenzionati, si è proceduto alla pulizia della sponda sinistra della roggia Selvatica e alla messa a dimora di specie arboree autoctone. Infine è stata installata la segnalazione del percorso della Via delle Gallie mediante la relativa cartellonistica. Un’attività ancora in corso per via dei rallentamenti dei mesi scorsi. Stiamo avviando un progetto molto articolato di sviluppo turistico cercando sinergie con le realtà locali già presenti come ristoranti, trattorie, agriturismi, Pro loco, bed and breakfast. Un progetto che avrà uno sviluppo progressivo con tempi medio-lunghi. Il nostro auspicio è che le persone vengano a visitare la zona per godere del tipico paesaggio lomellino e, in tutte le stagioni, visitarne il patrimonio naturalistico e storico-artistico assai diffuso. Ci riferiamo a castelli, dimore storiche, chiese, abbazie, musei. Le nostre iniziative di valorizzazione delle eccellenze del territorio servono anche per contrastare una certa idea di zona in progressivo degrado”. La Via delle Gallie è stata costruita dai Romani ricalcando sentieri protostorici. Continuava la Placentia – Ticinum (Piacenza – Pavia) e la Mediolanum – Ticinum (Milano – Pavia). Attraversava poi la Lomellina fino a Cozzo dividendosi in due rami, uno verso Torino e l’altro verso Aosta. Da lì, valicando le Alpi, ecco la Gallia. Adesso è possibile ripercorrerla tornando indietro nel tempo, tra torrenti, battiti d’ali e zone umide. Silenzio assoluto, manieri e santuari dimenticati.