La Via

La storia

L’antica Via delle Gallie fu costruita per volere dei Romani alla fine del I secolo a.C., per unire la piana del Po ai territori d’Oltralpe della Francia e della Svizzera. Si trattava di una grande direttrice viaria, a continuazione della “Placentia – Ticinum” (Piacenza – Pavia) e della “Mediolanum – Ticinum” (Milano – Pavia) che, partendo da Pavia, dall’attuale Borgo Ticino, toccava la località Sabbione per poi arrivare a Carbonara al Ticino e a Dorno. Da qui, sempre in linea retta, la strada proseguiva verso Lomello e Cozzo, dove si divideva in due tronconi: uno portava a Torino, l’altro a Vercelli ed Aosta, entrambi penetravano poi nella catena delle Alpi, rispettivamente per il Monginevro e per il Piccolo e Grande San Bernardo, e raggiungevano parti diverse e lontane dell’Europa.

L’importanza della Lomellina nel panorama della viabilità antica si può intuire dagli itinerari antichi, fonti minori ma attendibili. Sui Vasi di Vicarello (quattro bicchieri in argento ritrovati a Vicarello, sul lago di Bracciano), che riportano l’itinerario da Cadice a Roma via terra, sono indicati Cozzo, Lomello e Pavia come stazioni intermedie del percorso. Anche negli Itinerari di Antonino, dell’ultima parte del III secolo, nell’itinerario Burdigalense (primo itinerario cristiano scritto da un anonimo pellegrino che si dirigeva da Burdigala, attuale Bordeaux, a Gerusalemme) e nella Tabula Peuntingeriana, copia di originale del V secolo, è possibile osservare che una grande via attraversava obliquamente la Lomellina. Le stazioni sono le stesse dei Vasi di Vicarello: “Duriae” (Dorno), “Laumellum” (Lomello) e “Cuttiae” (Cozzo). Esse hanno una rilevanza diversa, poiché la prima fungeva semplicemente da “mutatio”, un punto attrezzato per la sostituzione dei cavalli, la terza era una “mutatio” e un’importante nodo viario, mentre “Laumellum” era citata come “mansio”, ossia come luogo di sosta con strutture per il pernottamento e il ristoro.

Oltre agli Itinerari, anche le scoperte archeologiche avvenute in Lomellina hanno permesso di capire che la zona doveva rivestire una certa importanza in età romana per la sua posizione strategica sulla via delle Gallie, per la presenza di corsi d’acqua quali il Po, il Ticino, l’Agogna e il Terdoppio e per la fiorente agricoltura. Ad oggi sono state ritrovate necropoli nei territori di Dorno, Gropello Cairoli, Valeggio, Scaldasole, Alagna e Lomello.